Le Esperidi

Se Hespería era il nome con cui i Greci indicavano le terre a Occidente e in particolare l’Italia e la Spagna (chiamata anche Esperia ultima), il Giardino delle Esperidi era un luogo leggendario della mitologia greca, situato nell’estremo Occidente del mondo, oltre i confini della terra abitata, e secondo alcuni autori antichi, nella terra degli Iperborei.

I viaggiatori colti dell’Ottocento definirono la Calabria il luogo del “Giardino delle Esperidi”, per quegli agrumi, primo tra tutti il cedro ampiamente citato in numerosi papiri dell’antica Grecia, con il nome di kitron, kitrion o kitreos. Il cedro era il dono nuziale di Zeus ad Era, piantato in onore della sposa, in un giardino, insieme ad alcuni alberi dai frutti simili a sfere d’oro, simbolo d’amore e fecondità. Zeus, per proteggere il giardino, mise a custodia tre fanciulle dal canto dolcissimo, le esperidi: Egle, Esperunda e Aretusa, figlie di Atlante e della dea Notte.

Il cedro è fortemente legato agli ebrei per i quali rappresenta il frutto sacro, l’ albero più prezioso del Paradiso Terrestre che, a partire dal 136 a.C. fino ad oggi è stato utilizzato durante le loro funzioni religiose. Gli Ebrei conobbero il cedro, secondo alcuni studiosi, durante la loro prigionia in Babilonia (585-539 a.C.). Le colonie ebree della Diaspora contribuirono largamente alla diffusione del cedro nel bacino del Mediterraneo dove era comunque, già presente particolarmente in Calabria, Sicilia, Sardegna e Liguria.

Esperia

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