Bernardino Telesio il cosentino che ripensò la natura

Che la Calabria sia una terra di persone accoglienti, espansive e temprate dal sole e dal sale, lo sanno tutti. Che abbia anche dato i natali a moltissimi personaggi illustri è cosa meno nota. Eppure sono molti i nostri conterranei che hanno lasciato il segno nei vari campi delle arti e delle scienze e che l’Italia tutta può annoverare tra i suoi figli più illustri. 
Abbiamo quindi pensato di dedicar loro qualche parola in questo blog. Dalla storia tireremo fuori le vite di illustri calabresi in ogni ambito, e dal presente vi riporteremo le parole di calabresi espatriati o ancora in casa, che ci rendono fieri del luogo da cui proveniamo.

Partiamo con un illustre personaggio del Cinquecento che fu definito da Francesco Bacone:

Primo fra i moderni che abbia meritato il titolo di filosofo


Bernardino Telesio è un filosofo cinquecentesco noto per il suo approccio innovativo allo studio della natura. In “De rerum natura iuxta propria principia” (“Intorno alla natura delle cose secondo i loro principi“)”, presenta un metodo di studio della natura basato sugli stessi principi che la comandano e non sulla metafisica, secondo le interpretazioni di Aristotele comunemente accettate all’epoca. Un metodo guidato dalla sensibilità, unico metro utile, secondo Telesio, per comprendere le logiche proprie di una natura animata.

La sua vita è in gran parte nota, anche se di alcuni periodi non abbiamo notizie e per altri ne abbiamo di contrastanti.

Nato a Cosenza nel 1509 vi aveva compiuto i primi studi per poi seguire uno zio nelle sue peregrinazioni accademiche. Visse a Milano e Roma per poi concludere gli studi all’università di Padova, dove, ispirato dall’ambiente, cominciò a teorizzare le sue critiche al ragionamento aristotelico. Idee fortificate da anni trascorsi in solitudine e meditazione in un convento di frati benedettini.

Sappiamo poi che negli anni ’50 si sposò a Cosenza con una vedova con due figli che gliene diede altri quattro prima di morire. Fu nel 1556 che pubblicò a Roma la prima edizione della sua opera principale (ristampata poi 4 anni dopo a Napoli). 
Passò tutti gli anni successivi a Cosenza curando i lavori dell’Accademia Cosentina, fondata nel 1511, tra le prime in Europa, da Aulo Giano Parrasio. Alla morte del fondatore se ne fece carico il nostro filosofo che ne cambiò gli studi principali e vi dedicò tutto il suo impegno e le sue risorse, tanto da lasciare da parte i suoi interessi privati, rifiutando offerte di insegnamento a Roma e Napoli e anche l’arcivescovado della città.

Troppo poco noto e studiato anche in Italia, Telesio ha lasciato un’eredità importante agli studi naturalistici e filosofici, ma soprattutto ha dato moltissimo alla sua città natale e alle sue istituzioni.

Esperia

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